Sono le prime le luci di un giorno amaro e difficile quelle in cui si sveglia Firenze il 4 novembre del 1966 dopo quasi una settimana di pioggia ininterrotta. In poche ore la città viene travolta da un’onda inarrestabile di fango e detriti che penetra nelle vie, nelle case e nei negozi sommergendo vite e opere d’arte.
Quest’anno l’anniversario dell’alluvione è diverso dal solito, sono trascorsi cinquanta anni da quella mattina e Firenze desidera celebrare questa cicatrice che le ha insegnato tanto e l’ha resa più forte. Da circa un anno sul mensile Lungarno mostro, attraverso un piccolo progetto che si chiama Fermo Immagine, i cambiamenti della città in un racconto visivo che unisce la mia predilezione per le parole e la mia passione per la fotografia; non ho vissuto l’alluvuione in prima persona ma l’ho fatta un po’ mia dai racconti mio padre Riccardo, era quindi forte nelle ultime settimane il desiderio di realizzare un “numero speciale” ad essa dedicato.
Si tratta di una serie di scatti che mostrano alcuni luoghi della città che furono travolti non solo dalle acque ma anche dallo sgomento e dalla paura. Sovrapposizioni di ciò che è stato e soprattutto di ciò che siamo stati noi, come Città ma mi verrebbe da dire come Comunità.
Influenzato dall’irriverenza, tipicamente fiorentina, delle parole e della musica di mio padre forse non ho mai saputo cogliere i tratti devastanti e drammatici di quel giorno e di quei mesi successivi così difficili per Firenze. L’incredulità di fronte alle foto e ai video di quel giorno oggi non è giustificabile, si rimane increduli perché non ci conosce e non si conosce perché la memoria non è stata tramandata o è stato fatto male, in maniera sporadica e approssimativa. Questo anniversario non deve essere solo la celebrazione di un ricordo ma un’occasione per riportare le generazioni di oggi a quelle ore, a quei timori, a quegli atti di solidarietà e far sì che il “seme della consapevolezza” si depositi e lentamente le (e forse ci) influenzi per tutta la vita.
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4 novembre 1966
« L’Arno è straripato stamani a Firenze, poco prima delle ore 5, all’altezza della località di Rovezzano, in un breve tratto del Lungarno degli Acciaiuoli e del Lungarno delle Grazie. Alle ore 6, nella restate parte centrale della città. Il fiume ha raggiunto i parapetti dei Lungarni e le acque limacciose trasportano, detriti, canotti, barche, legnami. » – Ansa, ore 6:15 del 4 novembre (*1)
Solo tre ore dopo, alle 9:00 circa, mentre i fiorentini ancora faticano a credere a ciò che stava accadendo il fiume di fango arriva in Piazza Duomo trascinando con sé auto, detriti e chiazze di nafta.
L’alluvione del 1966 non rappresenta solo una delle più dolorose ferite impresse nel cuore di Firenze ma anzi è per tutti un simbolo di rinascita e solidarietà. Nelle settimane successive alla tragedia una mobilitazione umanitaria internazionale senza precedenti porta in città migliaia di giovani da tutto il mondo, venuti spontaneamente per aiutare i fiorentini a riprendersi le proprie vite e la propria città: sono gli Angeli del Fango. Un supporto umanitario che affianca le già migliaia di giovani, aritgiani e operai che si adoperavano quotidianamente per ripulire cantine, botteghe e uffici.
« Il mio stato d’animo, in questo momento è di orgoglio. Dovrebbe essere più giusto dire di desolazione, di angoscia. Non so cosa sia, qualcuno potrà dire incoscienza, ma è incontestabile il fatto che in questa questa ennesima calamità che si è abbattuta su Firenze io ho visto ancora una volta che si cerca di ricostruire il proprio patrimonio, come sempre è avvenuto dopo inondazioni, guerre, devastazioni. Lo ripeto: di fronte a questa città che si è ribellata alla sorte, io provo un senso di euforia e di orgoglio. (…) Firenze non ha il complesso dell’alluvione, bensì quello della rinascita. »
Piero Bargellini – “il sindaco dell’alluvione” (*2)
Voglio fare un ringraziamento particolare a tutta la community di Vecchia Firenze Mia che ogni giorno condivide online immagini d’epoca di Firenze e ci permette di conoscere meglio non solo il passato della nostra città ma anche il nostro.
[Fermo Immagine è un’idea che nasce all’interno di La Mia Firenze con il desiderio di raccontare i cambiamenti urbanistici e culturali della città e di celebrare la fiorentinità. È sempre stato fatto il possibile per rintracciare l’origine delle immagini d’epoca utilizzate, tuttavia qualora involontariamente il materiale pubblicato urti la sensibilità di qualcuno o violi qualsivoglia diritto, vi invito a darmene tempestiva comunicazione affinchè possa prendere i provvedimenti necessari. Vi ringrazio della collaborazione.]
fonti:
– Mariani F., Lattanzi M., Firenze 1966, l’alluvione. Risorgere dal fango, 2016, Giunti Editore;
– Rivista Testimonianze, numero speciale La Grande Alluvione;
– Giudici L., Alluvione 1966: il docufilm con le testimonianze dei fiorentini, LaRepubblica.it, ottobre 2016:
– Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, Wikipedia
Bellissimo post Mattia (e foto!)
Grazie mille! 🙂
Ho potuto vedere questo bellissimo progetto solo oggi, a distanza di un anno (grazie Instagram!). Veramente pazzesco! Ma che lavoro incredibile hai fatto ricercando i luoghi delle foto! Riesci a rendere attuale ciò che è passato e potrebbe sembrare lontano! Ancora una volta grazie!
Grazie a te Martina! Grazie davvero… sì è stato un bel lavoro, ha richiesto un po’ di impegno ma ne è valsa la pena! 😉