Il racconto di un breve giro per il centro della città rincorrendo un piccolo nano col piumino rosso tra statue, leoni e vie medievali.
Durante le feste natalizie le famiglie si riuniscono, si trascorrono le giornate pigre alternando mangiate a brevi pennichelle sul divano ed è così che deve essere. Quei momenti in cui non fare niente unisce più del fare chissà che cosa. Tuttavia questa condizione riflessiva subisce delle variazioni se ci sono dei nipoti sul palcoscenico ed è per questo che in famiglia quest’anno abbiamo deciso di portare i nani a vedere il centro storico.
La giornata era splendida ma il freddo pungente, tantissime persone avevano inevitabilmente avuto la nostra stessa idea quindi le vie di Firenze brulicavano di sciarpe sovradimensionate e guanti dei più svariati colori ma non è era possibile non accorgersi di un piccolo nano vestito di rosso col naso in su.
Spesso parla ancora un linguaggio tutto suo ma si riuscivano a cogliere con precisione quei momenti di silenziosa meraviglia di chi vede una cosa per la prima volta.
Partendo da Borgo La Croce abbiamo attraversato il centro fino a Piazza della Signoria inseguendo un piccolo piumino rosso tra i piedi delle statue della Loggia dei Lanzi e poi via sui ciottoli della Piazza.
Spiegare a un nano lo stile artistico del Giambologna come puoi immaginare non è facile, data la simpatica sonorità però ci siamo fermati al nome e già questo può essere considerato un buon risultato.
Abbiamo glissato sul fatto che in realtà si trattasse del nome italianizzato di Jean Boulogne, scultore delle Fiandre morto a Firenze nel 1608, la cui opera ha subito due traslochi prima di trovare pace nel luogo in cui si trova adesso.
Inutile che ti racconti il fascino suscitato dal leone di marmo di epoca romana, gemello più antico – questo non lo sapevo – dell’altro leone all’ingresso del loggiato, realizzato nel 1600 Flaminio Vacca; qui non abbiamo affrontato neanche il nome per evitare dissacranti episodi ai piedi delle opere dei geni fiorentini.
In un momento di pausa della frenetica corsa tra le gambe dei turisti il nano si è soffermato all’incrocio di Via della Condotta ma non credo sia stato attratto dal suo precedente nome: Via del Garbo (non si tratta del buon comportamento ma dei Garbo, famiglia fiorentina). Più probabile che dall’alto dei suoi numerosi studi e della sua formazione umanistica abbia saputo apprezzare il carattere autentico della via, è infatti una delle strade del centro che ha subito meno evoluzioni conservando un’atmosfera ancora fortemente medioevale. In quella via venivano arruolate le milizie della Repubblica fiorentina dagli “Ufficiali della Condotta”, da cui il nome appunto.
Info e riferimenti
[stag_map lat=”43.7703401″ long=”11.2564917 ” width=”100%” height=”350px” style=”bright_bubbly” zoom=”18″]