Era Domenica, ero nella nebbia, era arrivato il momento di far respirare l’anima: una camminata nella neve alla croce di Pratomagno sembrava la risposta giusta. E lo è stata. La giornata era splendida e il freddo pungente, abbiamo caricato in macchina 6 piedi, 4 zampe e 3 zaini e siamo partiti verso la neve, verso i panorami del Casentino, verso il vento che ti taglia le mani e il viso.
Arrivato lassù mi sono trovato davanti ad una immensa pagina bianca, da scrivere o forse da dimenticare. Mi sono chiesto: che si parli di un libro o della vita, quando si ha il blocco dello scrittore è giusto insistere nel voler andare avanti? Forse dovremmo solo permettere agli avvenimenti di accadere – una delle loro terribili abitudini – o magari proprio di NON accadere, perché ciò che deve essere sarà e viceversa?
Un po’ come lo scrittore, che a volte deve rimettersi alla volontà dell’editore, dobbiamo affidarsi a una visione d’insieme che in quel momento ci sfugge e pregare che tutto vada per il meglio.
CROCE DI PRATOMAGNO
Pratomagno è una metà conosciuta da molti amanti della Toscana, si tratta di una dorsale posta tra il Valdarno e il Casentino non molto lontano da Arezzo ma facilmente raggiungibile anche da Firenze.
La Croce si trova proprio sulla vetta più alta del massiccio, a 1592 metri; fu eretta nel 1928 ed è stata restaurata poco tempo, nel 2013.
Per tutta la zona la Croce di Pratomagno è un po’ un punto di riferimento, un simbolo della comunità e del territorio, in qualsiasi stagione non perde di fascino: di inverno sembra una stilografica posata su un foglio bianco e d’estate invece un faro che indica la strada verso casa in mezzo ad un mare d’erba.